mercoledì 18 luglio 2018

Mission: Impossible saga in 4K - Home Edition

Siamo a metà dell'estate, ma l'hype non va in vacanza, sapendo che il 29 agosto uscirà nei nostri cinema il tanto atteso Mission: Impossible - Fallout.
Ma, in attesa di rivedere Ethan Hunt sullo schermo ancora una volta, perchè non rispolverare l'intera saga?




Grazie a Universal Pictures Home Entertainment è possibile farlo anche in 4K!
L'intera saga, in uscita il 18 luglio, contiene tutti e 5 i capitoli con Ethan Hunt protagonista indiscusso, interpretato da quell'attore pazzesco che di nome fa Tom Cruise.

Nella fattispecie, sarà il primo capitolo ad essere preso in esame.
Una volta inserito il disco nel lettore, compare il menù: esso è molto basilare e di facile intuizione.
Al di là delle scene del film che compaiono sullo sfondo in sequenza, è possibile scegliere (oltre che dare avvio al film) le scene preferite, una tra le 5 lingue audio e una tra le 10 a disposizione per i sottotitoli.









Un fattore molto importante è determinato dalla ricca presenza di contenuti speciali, che sono ben 10:

- Missione: straordinaria - 40 anni di impossibile
- Missione: imprese esplosive
- Missione: le spie sono tra noi
- Missione: all’inseguimento del treno
- Missione: il museo internazionale dello spionaggio
- Missione: i dossier degli agenti
- Eccellenza nel cinema
- Generazione: Cruise

- Galleria di immagini
- Missione marketing: 2 trailer cinematografici HD-spot TV

martedì 17 luglio 2018

Il Golem - Come venne al mondo / La pre-apertura di Venezia 75

Il classico del cinema muto Il Golem – Come venne al mondo (Der Golem – Wie er in die Welt kam, 1920), scritto e diretto da Paul Wegener, è il film scelto per la serata di Pre-apertura di martedì 28 agosto della 75. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, che si terrà nella Sala Darsena (Palazzo del Cinema) al Lido. 


Il Golem sarà proiettato in una nuova copia digitale tratta dal negativo originale ritenuto perduto, con un restauro in 4K a cura della Friedrich-Wilhelm-Murnau-Stiftung di Wiesbaden (Germania) e della Cinémathèque Royale de Belgique (Cinematek) di Bruxelles, presentato in prima mondiale. Il restauro digitale è stato eseguito dall’Immagine Ritrovata di Bologna.
La proiezione de Il Golem sarà sonorizzata con la musica originale del maestro Admir Shkurtaj commissionata dalla Biennale di Venezia, eseguita dal vivo dal Mesimèr Ensemble così composto: Hersjana Matmuja (soprano), Giorgio Distante (tromba in sib, tromba midi), Pino Basile (cupafon – set di tamburi a frizione, percussioni, ocarina), Vanessa Sotgiù (sintetizzatore, pianoforte), Iacopo Conoci (violoncello), Admir Shkurtaj (direzione, elettronica, fisarmonica, pianoforte). 

La 75. Mostra del Cinema di Venezia si terrà al Lido dal 29 agosto all’8 settembre 2018 diretta da Alberto Barbera e organizzata dalla Biennale presieduta da Paolo Baratta



IL GOLEM DI PAUL WEGENER

Ambientato nella Praga del 16° secolo, Il Golem racconta la favola ebraica della creatura fatta d’argilla e portata alla vita dal rituale arcano di un rabbino. Prevedendo la prossima espulsione degli ebrei dalla città, il rabbino Loew (Albert Steinrück) risveglia il mitico Golem per proteggere il suo popolo. Dopo una serie di eventi, il Golem salva la vita dell’Imperatore (Otto Gebühr), convincendolo a non cacciare più gli ebrei. Ma per colpa degli intrighi di un servo geloso (Ernst Deutsch), il Golem va fuori controllo e si rivolta contro il suo creatore.

Il regista e sceneggiatore Paul Wegener, che interpreta anche il Golem, aveva già adattato in precedenza due volte la storia, nel 1914 e poi nel 1917. Ma solo il suo terzo tentativo, guidato da una grande ambizione artistica, gli fece ottenere un ampio consenso. La sua eccezionale regia, con le scenografie di Hans Poelzig e la fotografia di Karl Freund, fece de Il Golem uno dei film più apprezzati e famosi del cinema di Weimar. Il film diventò un grande successo internazionale per l’industria cinematografica tedesca del muto, con proiezioni esaurite per mesi anche negli Stati Uniti e in Cina. Il suo emblematico stile espressionista ha influenzato i classici hollywoodiani dell’orrore e la cultura popolare fino a oggi.


IL RESTAURO

Nessuna copia della versione tedesca è sopravissuta de Il Golem
Un restauro fotochimico del 1990 si basa sulle versioni per l’estero. La scoperta di un negativo originale conservato dalla Cinémathèque Royale de Belgique (Cinematek) di Bruxelles ha dato l’occasione per un nuovo restauro digitale in 4K della perduta copia tedesca a cura della Friedrich-Wilhelm-Murnau-Stiftung di Wiesbaden (Germania) e della Cinémathèque Royale de Belgique (Cinematek). Questo negativo ha un montaggio con riprese diverse rispetto alla versione per l’estero. Come era costume all’epoca, le riprese dei due negativi sono state filmate con due cineprese in parallelo. Il negativo della Cinémathèque Royale de Belgique (Cinematek) è il migliore in termini di angolo di ripresa e di montaggio. Un controtipo della versione per gli Stati Uniti (conservato dalla George Eastman House di Rochester) sembra indicare che a un certo punto questo negativo sia stato usato per il mercato statunitense. È molto probabile che esso fosse in origine il negativo principale, quello destinato alla distribuzione tedesca. Come risulta dai tagli per la distribuzione negli Stati Uniti, diverse sequenze sono state abbreviate.

Oggi il negativo originale è mancante di qualche inquadratura. Alcune di queste sono sopravvissute nel materiale della George Eastman House. Un’altra fonte di completamento è una copia in bianco e nero della Cinémathèque française, realizzata dal negativo per l’estero.
Il negativo originale contiene molti intertitoli nella grafica originale espressionista che non erano disponibili per i precedenti restauri. Insieme ai titoli che il Filmmuseum di Monaco di Baviera ha ottenuto dal Gosfilmofond russo, il nuovo restauro presenta quasi tutti i titoli nella celebre grafica originale.
Il restauro digitale dell’immagine include la rimozione dei danni (punti bianchi, graffi e microlesioni) sofferti nei decenni dal negativo originale, nonché l’adeguamento e il completamento delle fonti il più vicino possibile al negativo originale. Il restauro digitale è stato eseguito dall’Immagine Ritrovata di Bologna.
Il riferimento per i colori e la scala tonale del bianco e nero per poter ristabilire l’originale scala di grigio e il tipico effetto della colorazione originale è stato quello della sola copia originale d’epoca conosciuta di questo film: la versione per l’Italia conservata alla Cineteca italiana di Milano. 



LA MUSICA

A proposito della musica originale con cui Il Golem sarà accompagnato nella serata del 28 agosto, il maestro Admir Shkurtaj ha dichiarato:

“La sonorizzazione del film di Wegener coinvolge il compositore per le molte metafore latenti o nascoste che egli si sente stimolato ad identificare e a sviluppare con il suo linguaggio. È così che come il saggio-mago Löw plasma con le sue mani dall’argilla lo strumento destinato a salvare la comunità di cui si sente responsabile, anche l’organico orchestrale stabilito per questo lavoro è stato chiamato a realizzare artigianalmente da sé gli strumenti finalizzati all’esecuzione.

Il Cupafon utilizzato dal percussionista è uno strumento originale nato dalla sua stessa ricerca su un idiofono a bacchetta sfregata diffuso nelle aree di Puglia e di Basilicata; per di più tale strumento si suona bagnandosi continuamente le mani esattamente come si fa per lavorare l’argilla. Altrettanto frutto di lavoro artigianale è la tromba midi, anche se realizzata applicando circuiti elettronici sul metallo dello strumento. Qui il ruolo svolto dall’acqua per plasmare la materia sonora da parte del suonatore di Cupafon è svolto ancora una volta artigianalmente dall’elettronica. E così di seguito per il resto dell’organico a cui è stato chiesto di fare continuo riferimento al modus operandi dell’artefice che non intende seguire passivamente le modalità esecutive accademiche e canoniche.

Tutto il lavoro fa riferimento a un lessico musicale disomogeneo, rispecchiando la aleatorietà di forma che è propria della creta; un impasto in cui si possono riconoscere elementi di jazz, di musica contemporanea, di moduli melodici e ritmici della tradizione musicale dell’Est europeo e di musica elettronica.
La geometria e l’impronta materica degli edifici in cui sono ambientate le scene trovano riscontro nei suoni concreti registrati dall’ambiente reale e riproposti per mezzo del sintetizzatore. L’uso dell’elettronica, a prima vista inadatto per la sonorizzazione di un film muto degli anni Venti, trova giustificazione per l’analogia con l’imprevedibilità del destino di ogni creazione umana: la tecnica, una volta uscita dalle mani dell’artefice, è destinata a vivere di vita sua. Così come intende fare il Golem.

Insieme alla partitura e come complemento di essa, gli esecutori sono tenuti a seguire anche i fotogrammi del film per assecondarne, come in ulteriori indicazioni di andamento, gli sviluppi emotivi.

Un’ultima analogia che coinvolge in modo particolare il compositore di musica contemporanea in questo lavoro di sonorizzazione, è quella che lo vede impegnato, esattamente come il rabbino Löw, in un’opera di ricerca spasmodica al fine di dare vita ad una materia inanimata che per uno è la creta, per l’altro sono i suoni. Entrambi inoltre devono faticare per non andare incontro alla disapprovazione da parte del contesto sociale per il quale, in definitiva, entrambi lavorano. Il Golem viene deriso e temuto alla sua presentazione in pubblico alla pari di una produzione sonora che si propone di superare le convenzioni e i canoni stabiliti. Se il rabbino con la creta avesse realizzato dei vasi o delle pentole avrebbe certo ricevuto un più facile consenso, ma non avrebbe convinto l’imperatore a risparmiare la sua gente. Il suo tentativo di andare oltre e di tentare l’impossibile, è dell’identica natura del tentativo che fa nel suo campo il manipolatore della sostanza sonora, che prova a trovare nuove combinazioni e nuove alchimie nel linguaggio dei suoni”.



Fonte: La Biennale

venerdì 13 luglio 2018

Venezia 75 - I restauri di Venezia Classici!

Sarà il regista italiano Salvatore Mereu (Ballo a tre passi, Bellas mariposas) a presiedere la Giuria di studenti di cinema che – per il sesto anno – assegnerà i Premi Venezia Classici per i rispettivi concorsi Miglior Film Restaurato e per il Miglior Documentario sul Cinema


La 75. Mostra del Cinema di Venezia si terrà al Lido dal 29 agosto all’8 settembre 2018, diretta da Alberto Barbera e organizzata dalla Biennale presieduta da Paolo Baratta.
Venezia Classici è la sezione che dal 2012 presenta alla Mostra in anteprima mondiale una selezione dei migliori restauri di film classici realizzati nel corso dell’ultimo anno da cineteche, istituzioni culturali e produzioni di tutto il mondo.
Curata da Alberto Barbera con la collaborazione di Stefano Francia di Celle, Venezia Classici presenta inoltre una selezione di documentari sul cinema e i suoi autori.
La Giuria è composta da 26 studenti – indicati dai docenti – dei corsi di cinema delle università italiane, dei DAMS e della veneziana Ca’ Foscari. 



Questo l’elenco dei titoli di Venezia Classici selezionati per la 75. Mostra: 

- They Live [Essi Vivono] di John Carpenter (USA, 1988, 94’, Colore)
  restauro: Studiocanal

- Il Portiere di Notte (The Night Porter) di Liliana Cavani (Italia, 1974, 120’, Colore)
  restauro: CSC-Cineteca Nazionale e Istituto Luce – Cinecittà

- The Naked City [La Città Nuda]di Jules Dassin (USA, 1948, 96’, B/N)
  restauro: Brook Productions e Master Licensing

- Kheshy o Ayeneh (The Brick and the Mirror) di Ebrahim Golestan (Iran, 1964, 130’, B/N)
  restauro: Ecran Noir production (Mitra Farahani) e Ebrahim Golestan in collaborazione con      Cineteca di Bologna

- Akasen Chitai (Street of Shame) [La Strada della Vergogna] di Kenji Mizoguchi (Giappone, 1956,  86’, B/N)
  restauro: Kadokawa Corporation

- Il Posto di Ermanno Olmi (Italia, 1961, 95’, B/N)
  restauro: Cineteca di Bologna e Titanus

- L’année Dernière à Marienbad (Last Year in Marienbad) [L’anno scorso a Marienbad] di Alain     Resnais (Francia, Italia, 1961, 94’, B/N)
  restauro: Studiocanal con il supporto di Centre National du Cinéma et de l’image animée e Chanel

- El Lugar sin Lìmites (The place without Limits) [Il luogo senza limiti] di Arturo Ripstein (Messico, 1977, 110’, Colore)
  restauro: Cineteca Nacional México e Imcine

- Adieu Philippine [Desideri nel sole] di Jacques Roziers (Francia, Italia, 1962, 103’, B/N)
  restauro: Cinémathèque française e A17 con il supporto di Centre national du cinéma et de l’image  animée. In collaborazione con Les Archives audiovisuelles de Monaco, La Cinémathèque suisse e Extérieur Nuit.

- Voskhozhdeniye (The Ascent) [L’ascesa] di Larisa Shepitko (Russia, 1976, 110’, B/N)
  restauro: Mosfilm (produttore del restauro Karen Shakhnazarov)

- The Killers [Contratto per uccidere] di Don Siegel (USA, 1964, 102’, Colore)
  restauro: Universal Pictures

- The Killers [I gangsters] di Robert Siodmak (USA, 1946, 95’, B/N)
  restauro: Universal Pictures

- La notte di San Lorenzo (The night of the Shooting Stars) di Paolo e Vittorio Taviani (Italia, 1982, 107’, Colore)
  restauro: CSC-Cineteca Nazionale e Istituto Luce – Cinecittà

- Koi Ya koi Nasuna koi (Love, Thy Name be sorrow o The mad fox) [La volpe folle] di Tomu Uchida (Giappone, 1962, 109’, Colore)
  restauro: Toei Company, Ltd.

- Morte a Venezia (Death in Venice) di Luchino Visconti (Italia, Francia, USA, 1971, 130’ , Colore)
  restauro: Cineteca di Bologna e Istituto Luce – Cinecittà in collaborazione con Warner Bros. e The Criterion Collection

- Nothing Sacred [Nulla sul serio] di William A. Wellman (USA, 1937, 74’, Colore)
  restauro: The Museum of Modern Art

- Some like it hot [A qualcuno piace caldo] di Billy Wilder (USA, 1959, 121′, B/N)
  restauro: Park Circus in collaborazione con Metro Goldwyn Mayer e The Criterion Collection

A completamento della sezione, verrà presentata una selezione di documentari sul cinema e i suoi autori. L’elenco completo della sezione sarà reso noto nel corso della conferenza stampa di presentazione del programma della Mostra di Venezia, che si terrà a Roma mercoledì 25 luglio alle ore 11.00 (Cinema Moderno).




Fonte: La Biennale

mercoledì 4 luglio 2018

Ralph Spacca Internet - Il produttore Clark Spencer presenta il film


Sono state presentate oggi, con la presenza del produttore Clark Spencer, alcune anticipazioni del film Ralph Spacca Internet, con uscita prevista per il prossimo 22 novembre.


Se Ralph Spaccatutto aveva esplorato il mondo dei videogames anni ’80 (diventando il precursore del revival che si sta vivendo da qualche anno), Ralph Spacca Internet diventa un avventura tutta virtuale.

Insieme alla sua compagna di avventure e migliore amica Vanellope von Schweets, Ralph dovrà rischiare tutto viaggiando per il World Wide Web alla ricerca di un pezzo di ricambio necessario a salvare Sugar Rush, il videogioco di Vanellope. Finiti in una situazione fuori dalla loro portata, Ralph e Vanellope dovranno fare affidamento sui cittadini di Internet per trovare la giusta direzione.
Le diverse scene presentate (con qualche problemino di formattazione, d’altra parte il film non è ancora concluso in toto) hanno aiutato a capire le idee nate e sviluppate per creare il film.
In questo mondo virtuale vi sono due distinzioni: i Net Users, gli avatar degli esseri umani, e i Netizens, ovvero chi vive in Internet e aiuta a fare andare avanti il sistema).


La rete è stata pensata come se fosse una vera e propria metropoli divisa in distretti, creata con caratteristiche che mettono a fuoco la realtà contemporanea. Un mondo raccontato tramite gli occhi di Ralph, protagonista di una realtà e di un universo di interazioni che rispecchia ciò che accade oggi.
Se in Zootropolis (di cui Spencer ne è il produttore) si era creato un racconto in grado di unire genitori e figli a rivivere una realtà, con questo film si cerca di puntare l’attenzione più sui genitori che sui figli, invitando a porre delle riflessioni sull’uso del World Wide Web e le sue ripercussioni sulla vita reale (positive e negative).

Quella di Disney è una vera e propria famiglia, con a capo dell’ufficio creativo Jennifer Lee (co-regista di Frozen - Il regno di ghiaccio) che ha lavorato come co-sceneggiatrice per il primo Ralph: <<una delle migliori storyteller. Guarda la storia e la fa evolvere, la racconta bene dal punto di vista delle emozioni, come è avvenuto per Zootropolis. Si arriva al pubblico se si catturano le emozioni delle persone>>. 


L’obiettivo di Ralph Spacca Internet è quello di ritrarre le rete rispecchiando la realtà di questo mondo, trasporre l’idea non a tutti nota nella nostra realtà e, quindi, l’inserimento di noti marchi, sviluppati con creatività, per far avvertire al pubblico la sensazione di vedere e vivere qualcosa di realistico.

Se il primo è stato precursore di quella che ormai viene quasi intesa come la moda del ritorno dei magnifici anni ’80, questo film di animazione probabilmente lo sarà altrettanto per la caratteristica della consapevolezza del proprio ruolo nell’immaginario collettivo che tutti i personaggi del film possiedono, principesse Disney incluse.