domenica 25 ottobre 2015

Maureen O'Hara, una rossa protagonista dell'epoca d'oro di Hollywood

La notizia, per chi è stato o è amante del periodo d'oro di Hollywood, quello che va dai primi anni '40 alla fine degli anni '60, è triste, perché ieri ci ha lasciato la rossa di Hollywood: Maureen O'Hara.
Novantacinque anni, chioma rossa, sangue irlandese e tantissimi film di ottima qualità in carriera.
 

Maureen O'Hara nel ruolo di Esmeralda, in Notre Dame (1939).
 
Classe 1920, la O'Hara mise piede sul palcoscenico teatrale dell'Abbey Theatre di Dublino già quattordicenne, scegliendo la via alternativa a quella di cantante lirica, che non andò a buon fine.
Anche la sua carriera artistica sembrava essere in una posizione di stallo, fino a quando l'attore Charles Hougton la notò durante un provino, e decise di motivare l'attrice ad entrare nel mondo del cinema.
Di fatto, il primo film della O'Hara è La Taverna della Giamaica di Alfred Hitchcock (1939).
Nonostante il lavoro con Hitchcock, la pellicola del suo successo fu Notre Dame, nei panni della bella Esmeralda, film di William Dieterle, sempre del 1939, prodotto dalla RKO.
Maureen O'Hara ne Il Cowboy con il velo da Sposa (1961).
 
Da qui in poi la sua fu una carriera in continua ascesa, partecipando a film come Come era verde la mia valle, di John Ford (1941), Simbad il Marinaio, di Richard Wallace (1947), Il Miracolo della 34a strada di George Seaton (1947), Rio Bravo, sempre di John Ford (1950), Il Cowboy con il velo da sposa, di Davis Swift (1961), McLintock!, di Andrew V. McLaglen (1963), per arrivare a Rancho Bravo, sempre di McLaglen (1966).
La sua ultima apparizione lavorativa, risale agli anni 2000, con il telefilm The Last Grace.
Maureen O'Hara ha ricevuto quest'anno l'Oscar alla Carriera insieme all'attore e sceneggiatore Jean-Claude Carriere, all'animatore e regista giapponese  Hayao Miyazaki , mentre Harry Bellafonte ricevette quello Umanitario.
 
Nonostante la sua brillante carriera, la O'Hara non ricevette mai nessuna nomination agli Oscar, ma le venne attribuito quello alla Carriera giusto lo scorso anno.
Un nome e una sagoma che non saranno facilmente dimenticabili nel contesto cinematografico internazionale.

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