domenica 13 maggio 2018

Loro - Il Berlusconi di Paolo Sorrentino

Se Loro 1 era solo il preludio all'arrivo di Silvio Berlusconi, sarà proprio lui il perno centrale di Loro 2, quel Silvio (Toni Servillo) che vive sotto la maschera da Fonzarello, quello originale, forse sconosciuto persino a lui.
Un ganassa, come si dice in milanese: fanfarone e farfallone, sempre pronto a piacere a tutti, ad accontentare tutti, a pronto a dispensare ottimismo anche quando tutto diventa patetico.
 
 

Loro non vuole giudicare il self-made-man del nord. Forse lo vuole solo umanizzare.
Paolo Sorrentino tira fuori la tristezza di fondo che nasce dalla paura di invecchiare, di non essere più così benvoluto dagli italiani come un tempo, di essere respinto dalla propria moglie.
Ma Silvio è un po’ come Rossella O’Hara. Tutti e due vogliono amare altro per non fare i conti con loro stessi. Rossella ama Ashley, Silvio la sua immagine. E quando questo ideale scompare o si sgretola, arriva il momento in cui bisogna fare i conti con se stessi e diventa dura.
E via sulla giostra della finzione e del dimostrare a se stessi di essere ancora tonici, di saper ancora vendere appartamenti, per esempio.

Essere venditori significa persuadere il cliente (o il cittadino). Sapiente burattinaio delle psicologie altrui, ma in caso contrario “Lo sai cosa mi succede quando usano la psicologia con me? Niente”.
Complessi di inferiorità, decadenza, solitudine. Rimangono davvero in pochi ad esseri succubi del fascino berlusconiano.
Loro non offre cinismo gratuito, né parteggia politicamente o umanamente. In fondo racconta solo la storia di un uomo e dei suoi sentimenti più reconditi, con spazio anche per le emozioni.
 
 
 
Articolo integrale su My Red Carpet

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