giovedì 9 marzo 2017

Autopsy - Un horror da obitorio

Un film con un titolo così e dal genere horror non lascia presumere niente di buono ,ma anche niente di scontato.
È proprio questa la forza di Autopsy: ambientare un film horror in una sola location che non viene presa in considerazione tanto spesso, l’obitorio, e far ruotare 86 minuti attorno ad un’autopsia tutt’altro che di normale routine.
 

Tommy Tilden (Brian Cox) è un medico legale esperto e gestisce con suo figlio Austin (Emile Hirsch) un obitorio in Virginia.
Un giorno lo sceriffo del posto porta all’obitorio, in stato di emergenza, il cadavere di una ragazza dall’identità sconosciuta, dal nome fittizio di Jane Doe (Kelly Olwen), ritrovato nel seminterrato di una casa nel quale è avvenuto un omicidio plurimo.
Durante l’autopsia, il giovane corpo non fa che rivelare terrificanti e turbanti scoperte tra cui, in primis, il fatto che esso sia esteriormente intatto, mentre l’interno rivela tutt’altro.

Autopsy, in realtà, porta alla ribalta due differenti storie che hanno un punto in comune: la scoperta di avvenimenti del passato (più o meno lontano) e di problemi irrisolti.
Gli 86 minuti del film, narrano del rapporto padre-figlio e dei problemi irrisolti tra loro che, a mano a mano che si svolge l’autopsia di Jane Doe e con gli eventi soprannaturali annessi e connessi, vengono a galla e sono costretti ad affrontare.
Tommy fa il medico legale da tutta una vita ed è ormai insensibile a quello che il suo macabro lavoro comporta, mentre Austin lotta con i suoi conflitti interiori: da una parte vorrebbe prendersi cura di suo padre vedovo, mentre dall’altra vorrebbe anche evadere, affrontare il mondo ed evitare di fare per tutta la vita sempre lo stesso lavoro (un’eredità di famiglia) nella stessa città, in ciò motivato da Emma (Ophelia Lovinbond), la sua fidanzata.
Ma oltre a questa vicenda, c’è anche il passato che emerge dall’autopsia del cadavere: il corpo è un insieme di indizi tutti da scoprire, come se Tommy e Austin fossero degli investigatori immersi in un’indagine scientifica, ostacolata e sommersa da eventi dal carattere soprannaturale.
 

Come già detto, Autopsy è stato realizzato in una sola location (con una fugace aggiunta di due location esterne); l’obitorio.
La capacità del regista André Øvredal (Troll hunter) è quella di aver saputo dare a questo tipo di ambente, nella fase iniziale, un’atmosfera accogliente e confortevole, come se fosse un qualsiasi posto normale in cui lavorare a proprio agio, dando luogo ad un maggior contrasto e screzio quando ciò che circonda i protagonisti comincia ad andare per il verso sbagliato.
Testo visivo e testo sonoro riescono a funzionare sia uniti che in separata sede, facendo si che il film possa affidarsi all’una o all’altra entità, oppure ad entrambe contemporaneamente, facendo arrivare questa unione ad un climax progressivo, sofferto, inquietante e mai troppo estremo.
Inoltre, nella composizione visiva, Øvredal si focalizza molto sui dettagli, con campi molto ravvicinati ed atti a dare un senso ed un significato ad ogni inquadratura e ad ogni oggetto o soggetto a sua volta inquadrato.
 

Oltre agli attori principali, Brian Cox e Emile Risch, che riescono a dare prova di un’interpretazione che ha visto enorme professionalità nella preparazione al ruolo, tra ricerche ed approfondimenti riguardo il mondo della medicina legale, una nota di assoluto merito va a Kelly Olwen; non si valuta un attore solo quando interviene con la parola o con un’azione fisica, ma anche in base alla sua abilità nei momenti di staticità e, in questo caso, alla pazienza e alla concentrazione di interpretare un essere privo di vita.
Nella fattispecie, poi, bisogna dare onore al merito a Bella Cruickshank e Jemma Harwood per il trucco e le acconciature che hanno aiutato Kelly ad essere il più realistica possibile, e a Kristyan Mallet per le protesi, grazie alla quali è stato realizzato un manichino composto da diversi strati, per far si che l’autopsia potesse essere realizzata nella maniera più vicina alla realtà.

Banalmente potrebbe essere considerato come un film di serie b, ma bisognerebbe valutare la sua aspirazione a diventare un gran film horror, contraddistinto da un tema ed un’ambientazione forte, attori senza dubbio ottimi, pur considerando che si tratta di un film a basso budget.

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