giovedì 17 novembre 2016

Animali notturni - Il dolore di un'apparenza che inganna

 
Il dolore celato sembra ormai una costante nei film di Tom Ford, così come l'eleganza e la mano vellutata nel raccontare temi e fatti e proporli al pubblico.
Nel bene o nel male, a Ford sono bastati due film per apporre il suo marchio distintivo e la sua impronta nel cinema.

Animali Notturni, presentato alla scorsa Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia e tratto dal libro Tony & Susan di Austin Wright, è un'analisi dei sentimenti cupi, di quel dolore che non viene espresso ma continua a lavorare sottopelle lacerando l'anima.
Susan (Amy Adams) è una donna raffinata, altezzosa, che ha sbarcato il lunario, sposando in seconde nozze un buon partito.
Tuttavia il mondo in cui vive, che le dà ricchezza e una certa dose di notorietà, non è in armonia con la sua anima: il mondo che ha scelto per avere una carriera che la potesse portare al gradino più alto della scala sociale è costellato dalla corruzione, dalla presunzione, dalla convenienza e dall'amore facile.
E non c'è peggio che sentirsi solo al mondo quando si è in mezzo ad un mare di gente e quando apparentemente si ha tutto.

L'eleganza che Ford quasi ostentava in A Single Man (2009), il suo film di debutto alla regia, in Animali Notturni è più soft, più vellutato, si fa più raffinato, come i tratti gentili di Susan alla quale vengono fatti inforcare gli stessi occhiali che indossava Colin Firth nel primo film. Occhiali da vista per focalizzarsi bene su quello che sarebbe opportuno considerare, analizzare, e battersi e ritrovare le fila di quello che si era perso o abbandonato nel passato.
La sofferenza di Susan verso il passato che sembrava aver dimenticato o voluto dimenticare prende piede sempre più nel momento in cui il suo ex marito (Jake Gyllenhaal), il vero uomo della sua vita che ha abbandonato per seguire la strada della scalata sociale diventando quello che in gioventù si era promessa di non diventare, le invia una copia del suo romanzo, Animali Notturni.
Il romanzo, che Susan legge assiduamente narra la storia di una famiglia in viaggio che viene fermata per strada da ragazzacci dipendenti dell'adrenalina che scaturisce dalla violenza gratuita al prossimo. Dei componenti della famiglia, saranno moglie e figlia a farne le spese: verranno violentate ed uccise, mentre per l'uomo (nel quale Susan rivede il volto del suo ex marito) inizia un calvario tormentato e costellato da sete di giustizia e vendetta.
La stessa vendetta per l'autore del romanzo, che vuole far conoscere la Susan la sofferenza che la sua scelta a provocato in lui, per far conoscere lo stesso sentimento in lei.

Il film si svolte su tre piani narrativi (i flashback sulla relazione tra la protagonista e l'ex marito, il presente e l'immaginazione della lettura) perfettamente incastrati tra loro grazie ad un abile montaggio e con un'estetica composta da perfette simmetrie e dai toni accesi, senza opacità e sfumature, un abile lavoro da stilista.
Tuttavia questo non basta per tenere viva l'attenzione dello spettatore, poiché il rischio è quello di far suo il distacco con il quale vengono trattate le dinamiche fino a qui descritte e rimanere senza emozioni o senza nulla su cui rimuginare.

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