giovedì 22 dicembre 2016

Florence Foster Jenkins - Quella cosa chiamata passione

 
Nella seconda metà della carriera, Stephen Frears si è ampiamente dedicato ai biopic: The Queen, Muhammad Ali's Greatest Fight, Philomena The Program e l'ultimo, Florence Foster Jenkins.

Florence Foster Jenkins si basa sulla storia vera di questa signora americana delle alte sfere sociali; una storia che ha ispirato il film Marguerite, di Xavier Giannoli, del 2015.

Accantonato il sogno di gioventù di suonare il pianoforte, per colpa della sifilide contratta dal primo marito che ha messo a dura prova le sue articolazioni, Florence (Meryl Streep) coltiva il desiderio, sempre più crescente, di diventare una grande cantante lirica; checchè se ne dica, la sua passione smuoverà le montagne fatte di sfregi e risatine dei maligni.
Membro dell'alta società di New York, Florence si è sempre dimostrata amica, buona e generosa verso tutti, sfruttando il suo (buon) canto per concerti privati e non, e fondando il The Verdi Club nei primi anni '20.
 
La vera Florence Foster Jenkins.

Ambientato nel 1944, anno della morte della protagonista, il film indaga sulla mancanza di talento vocale e sulla passione personale che sovrasta gli aspetti negativi.
Quanto può una passione verso qualcosa non farci accorgere di non essere magari capaci di coltivarla con talento e professionalità? Ma non si dovrebbe di essere liberi e coltivare qualsivoglia passione, senza tener conto del rendimento?
Nonostante ogni sua esibizione canora sembra precludere al disastro, tutte saranno sempre contraddistinte da applausi e gran sorrisi (più o meno finti), rafforzando la convinzione di Florence di essere una gran cantante d'opera; questa convinzione viene mantenuta ad alti livelli grazie al marito St.Clair (Hugh Grant), molto più giovane di lei.
Attore di terz'ordine, vive diviso da due forme di amore: quello spensierato con una giovane ragazza (Rebecca Ferguson) e quello platonico, sincero e protettivo per Florence.
St. Clair cerca, e lo farà fino alla fine dei giorni della moglie, di farla vivere nella convinzione di essere una cantante di successo per il suo innato talento, arrivando a pagare gli spettatori, a raccogliere tutti i giornali del circondato, selezionando per lei solo quelli con critiche positive, fino a corrompere la critica.
 
 
Se Meryl Streep è forse l'attrice che più calza in questo ruolo, fresca studentessa di lezioni di (non) canto per imparare volutamente a steccare con classe, forse chi ne esce più vittorioso a livello recitativo è Hugh Grant, che non si vedeva da anni in una forma così smagliante e in grande forma.
Una nota di merito, infine, va sicuramente data a Simon Helberg (sì, proprio l'Howard di The Big Bang Theory) che interpreta Cosmé McMoon, il giovane pianista che dapprima scettico e riluttante, salvo poi diventare un amico devoto di Florence, la supporterà e la accompagnerà fino alla morte con il suo pianoforte.
Florence Foster Jenkins è un film che vuole essere sì una commedia, ma vuole anche porre delle riflessioni in merito all'amare quello che si fa, senza (forse) sapere di non essere eccellente; in fondo, quanti di noi vorrebbero sentirsi dire di essere eccelsi nell'ambito in cui ci si impegna con devozione e passione?

Nessun commento:

Posta un commento