domenica 9 settembre 2018

Venezia 75 - A Star is Born

Il debutto alla regia di Bradley Cooper, considerata la trama, non ha quasi nulla di diverso dai suoi precedenti del 1937, 1954 e 1973.
Di fatto, è possibile affermare che A Star is Born unisce le trame di questi film: un artista di successo che cerca di sopravvivere e di combattere, vanamente, i suoi problemi con le dipendenze da alcool.
Cooper ha mirato molto alto, decidendo di dirigere un film come questo al suo debutto, dando vita ad un progetto non eccezionale, ma molto amabile.

Lui, come chi ha lavorato alla produzione del film, ha rischiato, puntando tutte le sue fiches su questo progetto, confezionando un film pazzesco che vuole attingere a quello di Cuckor del 1954 senza essere una palese copiatura: ne mostra le citazioni, non le nasconde, ma se ne differenzia molto.

A Star is Born narra l'ascesa di una stella della musica e la parallela autodistruzione del suo pigmalione, dando vita ad una storia d'amore che scorre su due binari paralleli che s'incontrano solo grazie alla passione per la musica.
Non solo note e canto, ma una forma d'amore che coinvolge a pieno i due protagonisti, facendogli battere i cuori allo stesso ritmo e velocità.

Un ritmo della vita, quella stessa vita destinata a cambiare repentinamente per molti motivi diversi, da una ragazza che riesce a scoprire se stessa e mettere sul tavolo tutte le sue carte, senza sentire tutti quei no che avevano caratterizzato il suo passato, ad una rock star che si riscopre e si trova a combattere per amore della sua lei e per quell'amore verso se stesso che, da tempo, aveva dimenticato.

Bradley Cooper ha preso sottobraccio Lady Gaga, l'ha denudata, ha dato nuova forma ad un'artista grintosa e divina, la diva delle dive del giorno d'oggi, protagonista insieme a Cooper stesso dell'indagine sul loro amore turbolento e vulnerabile.

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